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Commento ai risultati delle elezioni per il Consiglio provinciale dell’Alto Adige del 26 ottobre 2008

Ora che i risultati delle elezioni sono definitivi – anche se su di loro pende la scure di possibili ricorsi a causa del mancato rinvio per allineamento alle correlate elezioni del Trentino -, è possibile trarrne alcune conclusioni che, nel loro insieme, possono senz’altro considerarsi positive.

Intanto però un breve riepilogo dei dati e fatti:
1. l’SVP, partito di maggioranza ormai solo più relativa, è sceso abbondantemente sotto il 50%, nonostante una pubblicità enorme e la campagna elettorale tutta incentrata sul capolista e Presidente di Giunta Durnwalder (sempre attaccato alla poltrona, in barba alle sue dichiarazioni pre-elettorali secondo cui si sarebbe dimesso in caso di sconfitta dell’SVP);
2. lo stesso Durnwalder ha perso moltissimi consensi (da 110.000 a 97.000 ca.), e tale crollo è tanto più eloquente se rapportato agli immensi mezzi (stimabili in almeno 1 milione di Euro) tirati in campo per “salvarlo”, tra cui spicca l’iniziativa, sponsorizzata dall’industriale Michael Seeber (gruppo Leitner), denominata “Noi per Durnwalder” e consistente in una spasmodica campagna pubblicitaria a favore di Durnwalder da parte di testimonial “famosi”, come p.es. lo scalatore estremo Reinhold Messner;
3. i “Freiheitlichen” – partito “tedesco” nazional-liberale ispirato all’omonimo partito austriaco di Jörg Haider, recentemente morto in un incidente automobilistico – hanno quasi triplicato consensi e seggi (da 2 a 5) cavalcando l’onda xenofoba che banalmente indica nei cittadini esteri la causa di tutti i mali e, sfruttandoli come capro espiatorio, attribuisce loro la colpa per la situazione economica sfavorevole del momento;
4. l’altro partito “tedesco” di estrema destra, la “Union für Südtirol“, elencato comunemente tra i perdenti, in realtà è uscito rafforzato visto che, all’unico seggio “salvato” dalla stessa Union, sono da aggiungere i 2 seggi ottenuti dalla “Süd-Tiroler Freiheit” quale frammento del partito nato dalla scissione avvenuta 2 anni fa per motivi più che altro personali ed egoistici;
5. i Verdi hanno perso molti consensi, nonostante l’unione elettorale con una parte delle Liste civiche (l’altra parte si è candidata autonomamente – ed invano – col nome di “Bürgerbewegung”), ottenendo solo 2 seggi, a dimostrazione del fatto che alle precedenti elezioni del 2003 il 3° seggio era stato conseguito solo grazie all’unione elettorale col DPS;
6. il “Popolo della Libertà” ha perso 1 dei 4 seggi ottenuti cinque anni fa (AN ne aveva 3 e FI ne aveva 1), ma rimane la prima forza tra i partiti “italiani”;
7. i partiti “italiani” di centro-sinistra, questa volta riuniti nel PD (Partito Democratico), hanno in sostanza confermato i 2 seggi già ottenuti cinque anni fa, pur perdendo parecchi voti (dal 7,5% al 6,0%);
8. la Lega Nord, ribattezzata per l’occasione “Lega Nord Südtirol“, è entrata per la prima volta nel Consiglio provinciale, ottenendo il 2,1% dei voti;
9. il partito “italiano” di estrema destra Unitalia ha ottenuto nuovamente 1 seggio, grazie all’aumento delle preferenze dall’1,5% all’1,9% che gli ha consentito di superare Italia dei Valori per appena 680 voti.

Elezioni Consiglio Provinciale Alto Adige 2008 | Risultati

Veniamo ora ad una analisi dei risultati evidenziandone alcuni aspetti salienti.

a) Checché se ne dica – ed è questo secondo me il dato più positivo delle elezioni in parola -, l’SVP ha perso per la prima volta la maggioranza assoluta in Consiglio provinciale, dopo che nelle più recenti elezioni non amministrative aveva già subito sconfitte analoghe (sia nelle elezioni per il Parlamento europeo del 2004 che in quelle per il Parlamento italiano del 2008 era scesa abbondantemente sotto il 50%). Evidentemente anche gli elettori più ligi e fedeli alla “stella alpina” si sono stufati dell’atteggiamento antidemocratico, dell’arroganza, del clientelismo e dell’abuso di potere che contraddistinguono quel partito, specie da quando ne è a capo Durnwalder. Che poi la maggior parte dei voti persi dall’SVP sia andata alla destra estremista (Freiheitlichen e Süd-Tiroler Freiheit) non mi pare preoccupante, sia perché si tratta principalmente di voti di protesta, sia perché quella destra conta comunque poco politicamente e tornerà presto a scendere nei consensi elettorali, secondo una parabola già segnata dai loro “gemelli” in Austria (il più sopra citato partito di Haider).

b) A differenza di quanto sostenuto da qualcuno, secondo me i risultati in questione dimostrano che i consensi non si possono comprare: lo dimostra il dato più che deludente dell’SVP e del loro capolista Durnwalder i quali, nonostante l’impiego di mezzi finanziari quasi illimitati, hanno perso il 13% degli elettori (infatti, il calo di 7,5 punti percentuali – dal 55,6% al 48,1% – corrisponde in termini assoluti a quasi -13%); lo dimostra il fatto che il candidato dell’SVP Hanspeter Munter, direttore dell’Associazione artigiani e da sempre tra coloro che spendevano di più in campagna elettorale, è rimasto ampiamente fuori dalla rosa degli eletti; e tale conclusione non è nemmeno contraddetta dal fatto che tra le fila dell’SVP sia stato eletto il “betoniere” Christian Egartner: infatti, se è vero che questi abbia “investito” in campagna elettorale qualcosa come mezzo milione di Euro – rimanendo secondo solo a Durnwalder in favore del quale è stato speso più del doppio -, è anche vero però che lo stesso Egartner ha saputo “guadagnarsi” i consensi con una forte presenza personale sul territorio e con degli slogan – in parte mutuati dai Freiheitlichen – con un forte impatto sulla popolazione.

c) La presenza su Internet in Alto Adige non paga, fatto che conferma l’arretratezza tecnologica della nostra Provincia e la scarsa propensione all’uso delle nuove tecnologie della (maggioranza della) popolazione. Infatti, i candidati che hanno fatto campagna elettorale principalmente su Internet (es. Markus Lobis dei Verdi o Manfred Schweigkofler dell’SVP) hanno ottenuto relativamente pochi voti, mentre ha “reso” molto di più la forte presenza fisica sul territorio (es. i Freiheitlichen o Christian Egartner dell’SVP). Ciò ovviamente non significa che l’utilizzo del Web sia inutile, ma conferma che in Alto Adige siamo ancora lontani da quei paesi più evoluti dove le elezioni si decidono (anche) su Internet.

d) La maggioranza dell’SVP in termini di seggi (18 su 35), mantenuta per un pelo (6.601 “resti” contro i 5.009 di Italia dei Valori, primo dei Partiti rimasti senza seggi), è stata ottenuta ancora una volta grazie ai voti di quegli italiani, noti come “italioti”, che hanno votato per l’SVP o, peggio, per Durnwalder. Ogni commento in proposito appare superfluo.

Infine due parole sul nostro Partito Italia dei Valori, rimasto purtroppo escluso dal Consiglio provinciale per una manciata di voti.

Lasciando agli Organi del Partito un’analisi più approfondita di quella che sicuramente dev’essere definita una sconfitta tanto amara quanto inattesa, mi pare comunque possibile sin d’ora evidenziarne alcune cause:
i) la campagna elettorale è stata tutta incentrata sul capolista Luigi Cigolla il quale, seppure senza dubbio dotato di “mani pulite” (come evidenziato da Antonio Di Pietro), non ha ovviamente saputo trasportare quell’aura di novità che è propria di IdV;
ii) i candidati di lingua tedesca (tra cui il sottoscritto) non hanno avuto la possibilità di mostrarsi agli elettori (p.es. nelle trasmissioni in lingua tedesca della RAI Sender Bozen), perdendo così molti potenziali elettori tra la popolazione di lingua tedesca, come dimostra anche la cartina sopra riportata che evidenzia buone percentuali di consensi nei centri urbani ma risultati deludenti in periferia (con popolazione in maggioranza di lingua tedesca);
iii) Italia dei Valori è passata come Partito “italiano” (anche a causa di quanto appena evidenziato sub ii), mentre dovrebbe mostrarsi come movimento (non già interetnico come i Verdi bensì) non etnico, visto che si batte per delle cause che riguardano tutti i cittadini e le cittadine senza distinzione alcuna, e men che meno “etnica” o “linguistica”. E che la “non etnicità” sia ormai non più una prerogativa dei Verdi ma sia anzi ben vista da buona parte dell’elettorato locale, è dimostrato dal risultato ottenuto dalla Lega che ha schierato tra i suoi candidati di punta sia italiani/e che tedeschi.

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Candidates DPS List “DPS/Grüne”

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